Gabriele Fratton: la "normalità" del milionario



Quante volte abbiamo sognato di vincere una grossa somma al Totocalcio, al Lotto e in tempi più recenti al Superenalotto? E in questo sogno, quali sono le cose che faremmo in caso di vincita? Licenziarsi dal lavoro e vivere di rendita, comperarsi la casa, regalarsi la macchinona, viaggiare, regalare dei soldi agli amici e a chi ne ha bisogno? Credo che lo abbiamo fatto quasi tutti, è normale.
E poi è vero che non bisogna mai dimenticare il monito: “gioca senza esagerare”, ma è anche vero che sono tante le persone che confidano esclusivamente nella fortuna per dare una svolta alla propria vita.
Ed ogni tanto capita di sentire che qualcuno è riuscito a vincere una somma difficile da immaginare e viene la curiosità di sapere cosa facciano queste persone dopo che hanno vinto magari qualche milione di euro.
L’anno scorso, il quattro gennaio, presso il bar “Da Nemo” di Villa Agnedo in Valsugana, è stata realizzata la vincita più alta di tutti i tempi al gioco del Lotto.
Così noi di TrentinoMese, a distanza di quasi due anni, siamo andati a trovare Gabriele Fratton, l’uomo di Spera Valsugana che, puntando 3,50 euro sulla ruota di Palermo ne ha vinti 2 milioni e 937mila, al netto delle tasse: un vero e proprio regalo della befana in anticipo.
Il signor Gabriele, “Geky” per gli amici, ha 64 anni, fisico asciutto e abbigliamento giovanile, vagamente texano. Mi accoglie nella casa che si è appena comperato a Spera Valsugana con una (piccola) parte della vincita. Una casa spaziosa e luminosa, molto diversa da quella dove viveva in affitto a Strigno, fino all’anno scorso.
“Quando l’agente immobiliare mi ha detto che solo al grezzo costava 360mila euro e che per completarla ce ne sarebbero voluti altrettanti, gli ho risposto semplicemente di non preoccuparsi. Gli ho descritto per sommi capi come la volevo e abbiamo firmato il contratto, dove ho specificato che ci dovevano lavorare solo ditte della zona e che la volevo finita entro 100 giorni. Dopo 80 giorni il tizio è venuto e mi ha portato le chiavi”.

UNA CAMERA DA LETTO DEL 1300. CANDELE COMPRESE

La casa è proprio bella. A decidere la disposizione delle stanze e ad arredarla è stato proprio il padrone di casa, con modalità abbastanza insolite: “Avevo sentito in televisione che a Caserta c’era un’asta fallimentare di mobili antichi. Sono andato giù, ho scelto i mobili che mi piacevano e li ho fatti trasportare qui”.
Il signor Gabriele mi guida lungo i 350 metri quadrati della sua nuova casa e mi fa vedere il salotto francese con il pianoforte, la camera da letto napoletana del 1300 (con candele al posto dell’energia elettrica, “così è più realistico”, dice lui), i bagni con la filodiffusione, il trumeau olandese con scrittoio, la bella cucina sul cui banco troneggia un enorme elettrodomestico per tritare, frullare, impastare e anche cucinare, “perché io mi faccio anche da mangiare e spesso invito anche gli amici per fare le grigliate”, dice indicandomi il barbecue da parete sul terrazzo.
“Per tenere a posto la casa invece, viene una signora che ha a disposizione una lavanderia con tutto quello che serve per lavare e stirare”.
Il giro continua per la stanza degli ospiti e per il soggiorno inglese che “viene da Liverpool”, e si trova sul soppalco che domina la zona giorno sottostante. Sul retro della casa, in giardino, c’è una voliera con degli Ara, quattro pappagalli coloratissimi che, dice il signor Gabriele: “Vengono dalla Germania e parlano solo in tedesco… Però dicono le parolacce in italiano”.
Torniamo in cucina e Gabriele ci offre da bere. “Allora, ci dica cosa è accaduto esattamente quando ha vinto? Come è andata?”. Gabriele dice che era come preparato, sì, se lo aspettava quasi, forse perché gli era già successo di vincere al Lotto: 25mila euro, due anni prima e qualcosa anche qualche tempo addietro.

GIOCARE VA BENE, MA NON BISOGNA VIVERE DI ILLUSIONI

Fratton però mette in guardia contro le illusioni che il gioco può generare. “Non bisogna essere ossessionati dai Gratta e Vinci e dalle Slot Machine perché fanno male e in fondo non sono così necessari”. La sua abitudine è sempre stata quella di giocare in totale 10 euro a estrazione; quel magico 4 gennaio uno dei sistemi da 3,50 euro ha sparato fuori 10 ambi, 10 terne, 5 quaterne e una cinquina sulla ruota di Palermo. E lui se la sentiva davvero, che avrebbe vinto di nuovo, tanto che diceva sempre al suo gatto Ciccio: “Se vinciamo una bella somma ti regalo una macchina”. Così quando quel giorno, sul Televideo sono usciti i numeri dell’estrazione ha guardato, ha controllato e ricontrollato e poi si è girato verso Ciccio e gli ha detto: “Prepara le valigie che andiamo”. E visto che ogni promessa è un debito, il primo acquisto di Gabriele Fratton è stata proprio una macchina per il suo gatto. Sì, perché la Porsche 911 serie 993 numerata (la sua era la numero 61 su 220 esemplari) con la quale ha iniziato a girare nell’inverno scorso era di Ciccio, che veniva portato in giro comodamente acciambellato sul sedile del passeggero. E quando Ciccio è stato avvelenato da qualche deficiente invidioso, Fratton ha venduto la “sua” macchina (che ora è esposta al Porsche Museum della casa madre di Stoccarda) e per sé se n’è comperata un’altra: un’altra Porsche per la precisione.

Faccio la spesa senza guardare più il prezzo
Ma davvero la ricchezza improvvisa non ha dato alla testa al signor Gabriele, perché se è vero che qualche acquisto particolare se l’è regalato, come quello di quattro moto Gilera del 1950 e 1951, “anche se non sono mai andato in moto in vita mia”, o come una serie di abiti tirolesi che lui, membro degli Schützen di Strigno, ama molto, ha disposto che una parte dei soldi vinti venissero investiti per garantirgli una rendita mensile adatta alle sue esigenze. Esigenze che alla fine sono quelle di prima della vincita: il bar con gli amici, andare a pesca e a funghi, guardare le gare di ciclismo e il MotoGP in televisione. “Qualcosa di diverso in realtà lo faccio”, dice tranquillamente, “quando vado a fare la spesa non sto più a guardare il prezzo e compero quello che mi piace. Al sabato e alla domenica sono in giro e mi fermo a mangiare al ristorante. E poi mi regalo qualche viaggio. Sono stato un mese in Brasile per il matrimonio di mio figlio, poi ho fatto un viaggio in Costa Rica e tra pochi giorni invece vado in Uruguay”.
Godersi la vita con un occhio al quotidiano è diventato il suo motto. E non potrebbe essere differente per lui che, ora non ha problemi di soldi, ma fino all’anno scorso viveva con i soldi della pensione dopo avere lavorato in alcune aziende della Valsugana. E passare da ex magazziniere della Finstral a uomo che vive di rendita non gli ha fatto perdere la testa.

“La Beneficenza? Si fa ma non si dice”

Ma le idee chiare non gli mancano: a chi gli dice di comperarsi una baita in montagna o una casa al mare risponde di no; perché sennò poi sarebbe costretto ad andare sempre nello stesso posto e lui invece ama trascorrere le vacanze su montagne diverse e su differenti mari. Si sta facendo costruire una Stube nel seminterrato, ma questo lo fanno in tanti, (anche se la sua avrà un antico bancone da pub, inglese, originale), mentre uno sfizio che si è tolto – naturalmente non da tutti – è stato quello di “restaurare” la sua vecchia Polo facendola diventare un pezzo unico. Un’operazione di restyling fatta in Germania: e ora la sua Volkswagen ha, tra le altre cose, le portiere che si aprono in verticale, come quelle della macchina di Batman che l’hanno fatta diventare l’unica del suo genere in Europa. C’è stato posto anche per la beneficenza nei pensieri del signor Gabriele: “Quando si fa la beneficenza non si dice. Diciamo che mi sono ricordato degli amici veri e dei parenti più stretti”.

Non sempre i soldi danno alla testa

È il momento dei saluti e ringrazio il signor Gabriele, che mi accompagna all’uscita, sia per l’intervista, sia perché è stato davvero molto gentile e ospitale. Lui si schermisce e mi dice che “ci mancherebbe altro”, e che adesso che le acque si sono calmate, gli fa piacere parlare della sua storia. E a proposito mi racconta che nei giorni successivi alla vincita, in giro a casa sua c’era un continuo movimento di giornalisti e di curiosi, tanto che il maresciallo dei carabinieri gli aveva consigliato di “sparire” per qualche giorno. Ci salutiamo e io salgo sulla mia Sandero 1400 a GPL parcheggiata vicino alla sua Porsche Macan S a benzina da 350 cavalli e mentre parto penso che i modi del signor Gabriele sono veramente lontanissimi dalla sufficienza e dall’arroganza che viene sfoggiata da certe persone che hanno raggiunto un certo status sociale o un determinato benessere economico. E non c’entra niente neanche con l’arroganza sfoggiata da altri che non hanno né lo status né i soldi ma solo un atteggiamento di superiorità da esibire. Nel caso del signor Gabriele, “Geky” per gli amici, si può dire davvero che i soldi non sempre danno alla testa. ν