Fabio Peterlongo | TrentinoMese - Appuntamenti, incontri e attualità trentina - magazine trentino

MONTAGNA, ALLA RICERCA DEL SILENZIO. IL RAPPORTO DI UNA COMUNITÀ CON IL SUO TERRITORIO

Nuova Giunta, nuova direzione. Il governo provinciale a trazione leghista ha conquistato il consenso popolare, pur restando minoranza nei voti dei trentini, puntando tutto sulla linea dura contro migranti e richiedenti-asilo. Ma il messaggio portato avanti da Fugatti, che ha capitalizzato l’astio diffuso in ampi strati sociali verso gli stranieri, comprende un’inversione di rotta anche sul fronte ambientale, la cui gestione (più o meno) attenta dei decenni passati ha consentito di tenere lontane molte speculazioni (non certo tutte…) e hanno consentito al Trentino di mantenere un’impronta ecologica se non integra, meno critica che altrove. In particolare, il centrodestra ha fatto sua un’impronta “sviluppista” per quanto riguarda l’ambiente di montagna. In una recente intervista, l’assessore Failoni ha dichiarato di considerare intoccabili le aree protette, ma ha dato la sua benedizione all’avvio di opere e iniziative di valore economico sul restante 70% del territorio provinciale. Dunque, “via libera” allo sfruttamento della montagna, in tutti i casi in cui non sia “protetta”? Legare in maniera così diretta la tutela del territorio ad una definizione di stampo “legale” come quella di “area protetta” è rischioso. Ci sono aree di pregio che non sono aree protette e che meritano ciò nonostante di essere tutelate. L’esempio più eclatante è quello di Madonna di Campiglio, dove l’anno scorso (con la giunta precedente) 3800 persone sono accorse a 2100 metri per ascoltare il concerto del dj francese Bob Sinclar. Ora, al di là del merito artistico di tale esibizione, su cui sorvoliamo, iniziative come questa, che, stando alle promesse della nuova Giunta, potrebbero essere la “nuova norma”, mettono a repentaglio il rapporto di una comunità con il suo territorio. L’antico amore dei trentini verso le loro montagne deflagra contro il nuovo corso dello sviluppo economico e turistico a tutti i costi (purché fuori dalle aree “protette”). Si leggono in questi giorni appelli per salvaguardare il “sacro silenzio” della montagna contro lo strapotere dell’interesse economico. A ben pensarci, c’è di che essere preoccupati. Ormai non c’è luogo pubblico in cui non risuonino altoparlanti gracchianti da cui escono le note sgangherate della nuova “hit”. Lasciamo che la montagna risuoni delle sue eco, sospiri dei suoi venti. Respiri la sua aria pulita, ci liberi del puzzo dello smog. Lasciamo che la montagna resti lassù, distante e magica, quasi irraggiungibile. E che Bob Sinclar, se proprio deve, venga ad allietarci in piazza Fiera. Se proprio deve...